L'esordio della Macchina di Giuseppe Zucchi ha senza dubbio portato una innovazione nella forma e nello stile rispetto ai modelli che l'hanno preceduta, ma isoprattutto per la sua altezza che raggiunge quasi i 30 metri. Purtroppo il primo trasporto ha registrato il cla-Imoroso fermo in via Cavour 'all'altezza del palazzo della Provincia. Già alla partenza la macchina aveva registrato uno sbandamento sulla destra. Ma è dopo la pausa di Fontana Grande, quando il VOLO D'Angeli riprende il suo cammino verso piazza del Comune che, giunti all'altezza di palazzo Gentili in Via Cavour, l'imponente mole subisce un ulteriore sbandamento sulla parte destra, rischiando anche di cadere sulla folla. E' a questo punto che i facchini invocano l'arrivo dei cavalietti per posare la macchina. L'anno successivo vengono apportate diverse modifiche tecniche e strutturali nella costruzione con prove di portata effettuate prima con la base nuda e cruda e successivamente con l'intero traliccio appositamente zavorrato. La sera del 3 settembre 1968 il VOLO D'ANGELI riappare ai Viterbesi nel suo intero splendore e questa volta al comando sollevate e fermi l'intera mole percorre l'intero percorso fino al Santuario di S. Rosa. La sua bellezza ha dato motivo all'amministrazione comunale di prolungare il contratto fino al 1978 seppur con alcune varianti.